Siamo abituati ad un modello di medicina convenzionale che si basa sui sintomi e sulle patologie.
E’ un po’ come dire che se ho dolore alla cervicale è cervicobrachialgia, se ho dolore ad un ginocchio è una gonalgia, se ho dolore alla schiena è sciatalgia e potrei continuare all’infinito.
E’ come se si volesse fare diagnosi partendo semplicemente dal sintomo. Beh! Purtroppo è quello che accade nella realtà. Teniamo bene a mente che il sintomo è l’effetto e la causa è da ricercare attraverso l’anamnesi del paziente e la valutazione clinica.
Quindi il sintomo va ignorato?
Assolutamente NO! Ciò che voglio dire è che non bisogna fermarsi a guardare solo nel distretto da cui proviene il sintomo. Può essere utile, ma bisogna indagare globalmente e su più livelli.
Il sintomo è un’informazione di cui tenere conto, ma non è la chiave di volta su cui basare la valutazione.
E’ ovvio che il paziente voglia eliminare il sintomo ed è dovere degli addetti ai lavori trovare una soluzione in tal senso, ma a noi interessa sapere l’origine di quel dolore, ovvero la causa.
Capiamoci, se cado è mi rompo una gamba è ovvio che avrò dolore e sarà altrettanto scontato che il sintomo (dolore) è causato dalla rottura della gamba (causa). In questo caso causa ed effetto praticamente coincidono e non dovrò indagare chissà quale altro distretto o fare mille test.
Il problema nasce quando il dolore non è legato ad un evento traumatico come quello appena descritto.
Se restiamo ancorati al concetto che il dolore descrive la patologia, è chiaro che lo stato di assoluto benessere è legato all’assenza del dolore.
Se ragionassimo così come ci spieghiamo il dolore che compare all’improvviso?
Facciamo un esempio: ieri mi sono alzato dal letto senza nessun dolore e quindi potevo ritenermi perfettamente sano. Oggi vado per prendere un libro da uno scaffale e accuso dolore alla spalla. Il dolore persiste e decido di farmi visitare; risultato periartrite scapolo-omerale.
Se ieri ero sano ed oggi ho la periartrite la domanda è: “QUANDO MI E’ VENUTA STANOTTE?
Il processo è sicuramente più complesso.
E’ più plausibile che sia iniziato molto prima e non è affatto detto che l’origine sia proprio alla spalla.
E’ chiaro che tra lo stato di benessere (assenza di dolore) e la patologia (dolore) deve essere successo qualcosa.
In Posturologia facciamo proprio questo: indaghiamo, magari proprio a partire dal sintomo, ma con la consapevolezza che quella disfunzione, quel dolore, quell’alterazione ha origini più lontane nel tempo e nello spazio (cioè considerando tutta la superficie corporea).
E’ per questo che in maniera provocatoria ho detto che siamo tutti malati cronici.
Ed è proprio così! Si perché la patologia di carattere posturale può avere davvero svariate cause che possono essere legate alla muscolatura, la biomeccanica, le emozioni, la nutrizione e non basta un giorno per scatenarla.
Insomma il messaggio è chiaro: la diagnosi di lombalgia non ci deve bastare più, dobbiamo scoprirne la causa.